Il Domenica di Pasqua viene celebrata la suggestiva funzione della luce e poi la solenne Divina Liturgia, durante la quale si ripete tantissime volte l'inno della Resurrezione, in greco, in albanese ed in italiano: "Cristòs anésti ek nécròn, thanàto thànaton patìsas, kjé tis en tis mnìmasi zoìn harisàmenos - Krishti u ngjall! Aì tue vdekur ndridhi vdeqjen e shkretë e të vdekurvet te varret i dha gjellën e vërtetë" (Cristo è risorto dai morti; morendo calpestò la morte e donò la vita a quelli che giacevano nei sepolcri).
Quindi i fedeli, dopo aver baciato il libro del Santo Vangelo, retto dal celebrante, si scambiano l'abbraccio di pace dicendo (in greco, o in albanese o in italiano): "Cristòs anésti! - Krishti u gjall!" (Cristo é risorto!) e ciascuno risponde "Alithòs anésti! - Vërtetë u gjall!" (È veramente risorto!).
Questo saluto pasquale viene scambiato, anche quando ci si incontra per le strade, fino alla vigilia dell'Ascensione.
Prima di concludere la celebrazione della Divina Liturgia, per antica tradizione, il giorno di Pasqua il clero ed i fedeli della parrocchia greca si recano in processione nella chiesa della Madonna della Favara (sede della Parrocchia latina) per portare il saluto pasquale ai fedeli di rito romano in spirito di comunione di tutta la comunità cattolica di Contessa, che comprende fedeli sia di rito romano che di rito bizantino.
- Testo tratto dal blog "CONTESSA ENTELLINA - Hora e Kuntisës".